IL CORPO NELLA SCHIZOFRENIA

IL  CORPO NELLA SCHIZOFRENIA

dott. Enzo Dal Ri

Psicoterapeuta- Neurologo

In ogni manifestazione psicotica, anche il corpo partecipa, in modo, in genere, oscuro e quasi sempre imprevedibile e bizzarro. Così come per le manifestazioni psichiche, anche quelle corporee, spiazzano e confondono tutte le possibili interpretazioni e letture corporee. Le modificazioni dell’esperienza del corpo, nelle psicosi costituiscono un tema centrale per queste psicopatologie. ”il corpo ed il mondo rappresentano i due palcoscenici in cui l’Io psicotico, la coscienza di sé, ha una connessione inestricabile, fra l’identità psichica  e  quella mondo-somatica, che si confondono e si sostituiscono, a volte senza soluzioni di continuità, portando a vissuti psichici molto frammentati”(pag.59),( 1 ) Molti autori di scuola fenomenologica hanno utilizzato la suddivisione mutuata dal pensiero di Husserl, circa il vissuto corporeo, nel tenere distinto il paradosso della percezione del proprio corpo, sia come esperienza soggettiva, come “soggetto”,Lieb, il corpo che sono, sia come Korper, corpo inteso come corpo oggetto, il corpo che ho.

E’ opinione comune che ogni forma di psicopatologia che coinvolga la corporeità, e soprattutto nella schizofrenia, nelle sue variegate manifestazioni, sia correlata alla posizione del “corpo oggetto”, corpo come qualche cosa di estraneo, inteso univocamente come Korper. Infatti in genere, il delirio che parla del corpo, ne parla come di una regione anonima ed estranea, separata dalla esperienza vissuta. Anche se, i contenuti dei deliri somatici, sono localizzati nell’area delimitata Korper,questa dicotomia, non è adeguata a spiegare appieno il significato della metamorfosi antropologica che subisce il corpo. L’identità, come stato di coscienza,  è la risultante di uno stretto collegamento fra l’Io psichico, coscienza del corpo e coscienza del mondo. Questo significa che le trasformazioni dell’esperienza del corpo nella schizofrenia è un aspetto complementare, di un’alterata esperienza della totalità dell’Io. Infatti Lieb e Korper si possono separare solo concettualmente, in quanto sono espressione di un’unica modalità di coscienza in cui Lieb è l’ aspetto non rappresentabile, correlato alla coscienza immediata del sé, mentre Korper è il corpo rappresentabile, cioè fruibile come oggetto. Questi due aspetti non sono scindibili, infatti anche Korper non è mai un oggetto disanimato, devitalizzato, esclusivamente astratto, ma è anche sempre vissuto.  Lieb e Korper sono sempre intrinsecamente correlati ed intricati, in modo sincronico, in un rapporto di figura e sfondo. Come sostiene anche Lowen in, Il Linguagggio del corpo,: ”uno dei sintomi più impressionanti che l’individuo schizofrenico presenta è il fenomeno della spersonalizzazione. In questa perdita di contatto con tutto il corpo e con una parte di esso, c’è una perdita di contatto con la realtà(pag.290). Ovviamente, deve essere accaduto qualche cosa che ha rotto l’unità di percezione globale dell’organismo”. (pag.291),(2)

Tutto questo altera il linguaggio del corpo, che si traveste in metafore le più varie, in corso di schizofrenia. Il linguaggio del corpo e l’organizzazione dei vari settori corporei  sono  frammentati, sono diventati scollegati fra loro.

Vi possono essere descrizioni, da parte del paziente, di parti del corpo  vissute o osservate, come rinsecchite, ingrandite, contratte, anestetizzate, schiacciate ,morte, putrefatte, ecc. ,accompagnate da un senso di angoscia, preoccupazione molte volte collegate ad immagini di morte e di catastrofe, con vissuti di minaccia, disfacimento, contaminazione fisica e morale, trasformazione dismorfiche, con perdita degli elementi umani, persecuzione da parte di forze nemiche ed ostili.

Cosa ci dicono le neuroscienze circa questa alterazione del senso del corpo nella schizofrenia?

Sohee Park ,ricercatrice della John Russel University, (https://news.vanderbilt.edu/2011/10/31/body-mind-schizophrenia/ ) ha pubblicato uno studio, seguito poi da altri, ove si dimostra un ridotto senso del proprio corpo, in un gruppo di paziente affetti da schizofrenia o con caratteristiche schizopatiche.

Mediante il test della “rubber hand illusion”, si riesce a provocare, in questi pazienti, una sensazione tattile su una mano di gomma.

Il soggetto testato siede davanti ad una scrivania, sulla quale in corrispondenza del braccio sinistro si trova una mano di gomma, di dimensioni reali e molto simile a quella vera, mentre la mano vera, viene nascosta dietro ad un pannello. Durante l’esecuzione del test, vengono toccate con due pennelli identici sia la mano vera e quella di gomma in modo sincronico. Durante la stimolazione al soggetto veniva chiesto di tenere lo sguardo fisso sulla mano di gomma.
Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/2014/02/rubber-hand-illusion/

I risultati di questo esperimento stanno ad indicare che, in questi pazienti, il senso di sé, dell’appartenenza al proprio corpo è debole o più flessibile o comunque influenzabile, ove l’aspetto visivo tende a prevalere su quello tattile. Il fenomeno è spiegabile mediante la neurofisiologia dei neuroni visivi: oltre lo spazio peri personale la percezione visiva è esclusivamente funzionante nella modalità visiva, mentre i neuroni attivi nello spazio peri personale, a circa 50-70 cm dal corpo, i neuroni visivi posseggono strette connessioni con i neuroni tattili. Avvicinandoci ad una persona entro lo spazio peri personale le sensazioni passano progressivamente dal visivo al tattile: una persona troppo vicina è come se ci toccasse, anche se ancora non ci tocca. Queste modalità neurofisiologiche sono la base della confusione che si crea fra tattile e visivo, confusione molto facilmente elicitabile nelle condizioni o predisposizioni schizofreniche. Diversa è la situazione del trapiantato di mano, ad esempio, psichicamente normale, il quale vede che la mano è attaccata al suo braccio, ma non la sente come sua, infatti molte volte desidera farsela asportare. Mentre lo schizofrenico vede e sa che la mano di gomma non è la sua, ma la sente come sua, attraverso il tatto. Questo fenomeno è fonte, naturalmente, di confusione, disorientamento fra sé e non sé, esterno ed interno, mio e non mio. Questa anormale modalità sensoriale può interessare le afferenze di tutti gli altri sensi, soprattutto quelle uditive: non si riesce nemmeno ad immaginare lo stato confusionale che ne deriva.

Numerosi autori (3) inoltre, sottolineano il fatto che è possibile migliorare e ridurre la confusione sensoriale di questi pazienti, mediante cicli di esercizi corporei che siano indirizzati e pianificati per favorire la singola percezione sensoriale, in modo da consolidare la singola modalità sensoriale, per poi in seguito cercare l’integrazione con le altre afferenze sensoriali. Brevi sedute di classi di esercizi, pensate in queste modalità, possono essere in grado di ridurre i sintomi dissociativi, dovuti a queste modalità sensoriali, migliorando la consapevolezza corporea.

Bibliografia:

1.Benedetti,G.: Paziente e terapeuta nell’esperienza psicotica. In
Psicopatologia della schizofrenia, a cura di M.R.Monti, G.Stanghellini, Raffaello Cortina Editore,1991

2.A.Lowen.: Il linguaggio del corpo,Feltrinelli,2003,Milano

3.Steven,J.,Girdler,J.,J.E.: Confino, M.Woesner. Exercise as treatment for schizophrenia. Psychopharmacol Bull.,2019,Feb(15);49:56-69