La “Bioenergetica”di A .Lowen a confronto con l’epistemologia.
di Enzo Dal Ri
SOMMARIO
Genealogia del modello energetico.
La teoria energetica e il mondo rappresentazionale.
Modelli della mente: ll modello “energetico”
«Il principio su cui si basa la bioenergetica è quello della simultanea dualità e unità della personalità umana. L’uomo è un pensatore creativo e un animale che sente. È una mente razionale e un corpo non razionale ed è solo un organismo vivente. Deve vivere contemporaneamente su due livelli e non è compito facile. Per essere un individuo integrato deve essere identificato con il proprio corpo e con la propria parola. Diciamo che un uomo vale quanto la sua parola. Per raggiungere questa integrazione occorre cominciare con l’essere il corpo, ma le cose non finiscono qui. Bisogna finire con l’essere la parola, tu sei la tua parola (=verbum=linguaggio).» (Lowen, 2013, p.305).
« Siamo in un tempo di drammatici smottamenti epistemologici che è soltanto al suo inizio, in questi anni di radicali trasformazioni di ciò che è stato l’umanesimo in termini culturali e scientifici» (Lanza e Berman, 2015, pagina 9).
Come premessa voglio sottolineare che queste riflessioni sono poste dal vertice di uno psicoterapeuta che ha a che fare con pazienti affetti da patologie psichiatriche di una certa gravità e non analizza il ruolo della bioenergetica come metodo per il benessere o per raggiungere la pace o la felicità, argomenti tipici della psicologia generale.
Per l’epistemologia moderna, se si ha la pretesa di affrontare una discussione scientifica, questa deve avvenire attorno a delle idee. Si tratta sempre di porre delle idee a confronto con altre idee poiché non vi è altra forma per criticare o sostenere una teoria nel campo della scienza: un’attività scientifica si caratterizza dal fatto di dover confrontare criticamente delle teorie rispetto ad altre teorie. Tutto questo si sostiene cercando di rispondere a delle domande che esigono sempre una discussione articolata e non ideologica (Lakatos, 2001).
George Downing nel suo testo, Il Corpo e la Parola (1995), dedica un capitolo alla teoria energetica ed un paragrafo alla bioenergetica di A. Lowen. In queste pagine espone dettagliatamente una critica epistemologica circa l’uso pervasivo del concetto di energia, come quello della presenza di una energia diffusa nel corpo, una specie di elettricità che circola nel corpo e che i blocchi di questa sono poi la causa di malattia mentale. Mai indagini scientifiche, neuroscientifiche o altro hanno convalidato tale ipotesi. Downing contesta il fatto che il flusso energetico sia correlato con la salute mentale e che esista alcuna minima prova scientifica che la circolazione dell’energia sia correlata alla salute dell’unità corpo-mente.
Non potendo pertanto invocare una spiegazione scientifica è necessario allora invocare una chiave filosofica, elevando il concetto di energia ad un livello ontologico che sottende sia il corporeo che il mentale. Il nesso mente corpo è così risolto filosoficamente, potendo parlare di identità mente-corpo.
È noto che la teoria della relatività identifica la sostanza della materia come energia e sostiene infatti l’identità energia-materia, ricordando però che si tratta di un’identità espressa da equazioni matematiche. E in questo caso stiamo parlando di un livello subatomico. A pagina 351, Downing (1995) dice: «sembra vi sia una chiara confusione di livelli di discorso»: partendo da concetti funzionali ad un mondo subatomico si passa ad un livello macroscopico del corpo umano, poi si correlano questi concetti con la patologia psichiatrica, e si utilizzano per una prassi terapeutica energetica dei problemi mentali.
Tutto questo tende a restringere anziché ampliare la descrizione dell’esperienza corporea, tutta focalizzata sul sentire l’energia, scorrere dell’energia, ecc, che, se effettivamente ci riflettiamo, non significa un granché. L’esperienza corporea va molto più in là come ricchezza di significati dell’ambito energetico: la relazione psico-corporea e l’utilizzo del corpo vivo come principale attore di una psicoterapia esige un’elaborazione molto più articolata che vada oltre il ristretto modello energetico. Da tutto questo Downing, in pratica, deduce che la bioenergetica insegnata e tramandata in modo passivo, come è stato fatto finora, vale a dire senza alcuna riflessione epistemologica, è antiscientifica .
Vari esponenti di formazione reichiana in Italia,fra cui Luciano Rispoli hanno sentito la necessità di far riferimento ad una nuova epistemologia, abbandonando completamente il modello energetico di Reich ed elaborando una teoria funzionale, rispetto alle esperienze di basilari del sé, partendo dall’analisi delle metafore corporee. Il modello energetico, figlio della fine dell’800, secolo dell’energia, si presta ad accuse di non scientificità (vedi Wikipedia alla voce analisi bioenergetica), si trova in una posizione di isolamento rispetto alla “città scientifica”, sia come linguaggio che come ermeneutica. Inoltre, vi è l’impressione che la teoria energetica attualmente si trovi in un cul de sac, in un blocco totale nella sua capacità teorica evolutiva, divenendo progressivamente insufficiente nell’affrontare le patologie psichiatriche moderne (Rispoli, 2016,pagina 31).
“Energia” è un termine familiare ma nessuno sa cosa sia davvero l’energia.
Il termine energia venne utilizzato per la prima volta in ambito scientifico da Keplero nel suo Harmonices Mundi del 1619 ma non entrò nel linguaggio scientifico fino al XIX secolo. Prima di allora vennero utilizzate quasi indistintamente i termini vis viva, forza e lavoro: energia è la capacità di agire di un corpo o di un sistema, vale a dire che il concetto di energia non ha alcuna realtà materiale ma è un concetto matematico, astratto, non esiste nessuna sostanza corrispondente all’energia pura.
La parola “energia” poi, visitata dalla filosofia del linguaggio, appare come un termine ad agglomerato di significati: “energia” non definisce nessuna identità concettuale se non è accompagnata dalla sua specificazione, come appunto cinetica, termica, atomica, ecc. L’energia cinetica è differente dalla energia atomica e così via.
La teoria della fisica moderna trascura gli elementi ontologici e il rapporto fra sostanza e funzione assume una nuova configurazione grazie alla moderna teoria energetica. La legge energetica è una legge che si regge in base ai processi di trasformazione dei vari tipi di energia, senza che vi sia la necessità di determinare la qualità dell’energia o la sua essenza. La trasformazione del calore in movimento non si preoccupa in primis di determinare che tipo di energia è il calore rispetto al movimento ma studia e pone in essere i costanti rapporti quantitativi di trasformazione (Cassirer, 1999).
Laddove si parla di energia come se fosse una sostanza propria si deve intendere nient’altro che una relazione matematica. L’energia non è un oggetto dotato di proprietà in sé e caratteristiche percepibili. Ogni considerazione del genere cadrebbe fuori dalla sfera fisica e diventerebbe un dogma metafisico. Per il pensiero popolare comune è difficile rinunciare al concetto di sostanza e accontentarsi di un sistema di relazioni.
Essendo energia una pura relazione, questo esclude ogni diretta interpretazione sensibile del concetto di energia; energia è la costanza di rapporti numerici che sono creazioni o costituzioni del pensiero. La bio energia è un concetto filosofico, non misurabile il cui linguaggio non è specifico. Il linguaggio scientifico è fondamentale per uscire dalla filosofia (Bridgman, 1965).
I modelli psicologici della psiche sono stati strutturati sulla concezione di energia del tempo, vale a dire fine ‘800. Nel 1700, dopo la scoperta dell’elettricità, molti scienziati e medici, fra cui Mesmer, avevano ipotizzato che la vita, il principio vitale fosse il fluido elettrico che muoveva gli astri, le piante e i cuori: l’elettricità e la sua espansibilità era la fonte dello slancio vitale (Zweig, 2015). Nell’800 prende spazio il termine “energia” e Freud costruisce il suo modello di funzionamento psichico sul concetto di energia termodinamica, ipotizzando flussi, ostacoli, blocchi, sfoghi, repressioni, ecc., per poi passare nei primi anni del 1900 ad un ulteriore concetto di “energia” dopo la scoperta della relatività di Einstein, da cui Reich-Lowen traggono il concetto di “bioenergia”.
L’epistemologia della psicoanalisi del ‘900 e di molte discipline psicoterapeutiche, come anche la bioenergetica, si identifica con il freudismo. Già nel 1932 Maria Dorer, (Assoun,1988,pagina 26), metteva in chiara evidenza che la elaborazione di Freud era una diretta filiazione degli studi di psicologia di Herbart (1776-1841), giunti a Freud tramite i suoi maestri viennesi, in particolare tramite Mayer (1883-1892), professore di Freud alla scuola di Medicina di Vienna.
La psicoanalisi freudiana si fonda sulle teorie di F.Herbart; sulla dinamica delle rappresentazioni, secondo la quale la psiche è costituita da rappresentazioni (Vorstellung) che si oppongono l’una con l’altra, provocando conflitti, resistenza e rimozione. Le rappresentazioni hanno una statica e una dinamica, cioè le collisioni di rappresentazioni evocano dei fenomeni energetici. Il manuale su cui aveva studiato il giovane Freud era della scuola di Herbart (Assoun, 1988).
Inoltre più volte nei suoi scritti, come nel testo Al di là del principio di piacere (1920), Freud fa riferimento a G.T.Fechner (1801-1887), psicologo tedesco, l’ideatore della teoria del piacere e del dispiacere. È appunto quest’autore che per primo introduce questo principio in psicologia. Fechner costruisce una teoria che include l’idea di una “energia psicofisica”, con l’elaborazione di leggi che regolano i fenomeni fisici, fisiologici e mentali. La fisiologia delle sensazioni parte dal concetto di soglia, minima e massima, dalla correlazione tra eccitazione fisica e sensazione, considerando la sensazione come base della attività psichica. L’incremento della sensazione al di sopra di una soglia viene interpretata come una versione del trauma, come una rottura della protezione contro gli stimoli. Nozioni come il principio di piacere, di dispiacere, principio di costanza, equilibrio, scarica, assieme alla coscienza del sogno e della veglia sono le due sezioni dell’attività mentale che appartengono alla teoria di Fechner. Per Fechner il principio di piacere, a partire dal quale Freud costruisce la sua teoria, costituisce un principio vitale, seguendo il quale il sistema nervoso basa la sua auto- regolazione (Assoun, 1988).
Nel XIX secolo si impone un nuovo prototipo del modello scientifico: il motore a vapore che funziona attraverso la trasformazione di energia termica in energia meccanica. Il principio di piacere secondo questo modello si considera in termini di carica e scarica energetica per ottenere una situazione di costanza energetica nell’organismo. Freud pone come fondamentale il principio di costanza come regolatore dell’equilibrio psichico. Secondo questa visione il principio di piacere/dispiacere suppone che nell’apparato psichico la quantità di energia costituisca la base delle pulsioni che vengono definite ambiguamente essere sia organiche (di tipo fisico-chimico) che psichiche (vissuto rappresentazionale, consapevole, inconscio,ecc.) per affermare che i principi dell’energetica freudiana derivano direttamente dall’energetica fechneriana (Assoun,1988).
Nel discorso sull’energia in Freud alberga una contraddizione di fondo, ossia fra la rappresentazione energetica dei movimenti psichici e la ricerca di senso: il meccanicismo del materialismo dell’energia e l’analisi ermeneutica. Come accordare fra loro un’interpretazione del senso mediante un’energetica di cariche psichiche, scariche e controcariche? Come e secondo quali postulati si associano le dinamiche energetiche con l’interpretazione e i principi metapsicologici? Come si accordano due spiegazioni che non hanno niente a che vedere fra di loro? Reich, infatti, quando perfezionò la sua teoria energetica cercò di superare questa contraddizione, affermando che la teoria bioenergetica non abbisognava più della metapsicologia freudiana, essa era sufficiente ed autonoma nel trattamento della sofferenza psichica (Lowen, 2013).
Le basi epistemologiche della teoria freudiana appartengono ad un discorso “misto” che ondeggia fra una teoria esplicativa energetica che interpreta il conflitto psichico seguendo il linguaggio e la logica delle forze, e una teoria interpretativa, rappresentazionale ed ermeneutica. Questo produce una forzatura problematica: una necessità di rendere compatibile le rappresentazioni psichiche con le varie forze energetiche, determinando a sua volta la necessità di elaborare corrispondenze a volte del tutto fantasiose e arbitrarie.
Questa dicotomia, utilizzata come strumento di conoscenza, può essere declinata anche epistemologicamente, vale a dire in rapporto a quale statuto scientifico della conoscenza stiamo ragionando. Le scienze sono distinte in funzione ai differenti oggetti e metodologie: vi sono le scienze della natura, come la fisica, che trattano trasformazioni dell’energia mediante correlazioni matematiche, contrapposte alle scienze della cultura, come la storia e la linguistica. Queste ultime si basano su concetti ermeneutici per poter accedere ad una spiegazione, interpretazione e comprensione. Questi due metodi sono vicendevolmente escludentisi, avendo linguaggi e oggetti di studio e metodi chiaramente differenti e sovrapporli significa determinare una confusione linguistica e concettuale.
La sovrapposizione dei concetti energetici ai concetti ermeneutici, alle rappresentazioni psichiche, che si incontra nella teoria freudiana, verrà esplicitamente teorizzata e praticata dalla teoria di Lowen.
Procedendo nella logica della doppia traccia gnoseologica, si può prendere ad esempio il concetto di desiderio, di pulsione e del super-Io.
Il desiderio inteso come forza-energia, impulso, iscritto nelle tracce mnesiche spinge dall’interno dell’organismo per la sua soddisfazione attraverso il sogno, in modalità allucinatorie, che corrisponde ad una sua prima soddisfazione. In questo modo il desiderio si presenta come un affetto slegato dalla sua rappresentazione, come qualche cosa anteriore al linguaggio e alla cultura; un affetto prelinguistico per cui irriducibilmente antagonista alla parola.
Le stesse considerazioni valgono per le pulsioni, di origine somatica, che determinano una perturbazione economica a livello psichico. Le stesse difficoltà si producono quando esaminiamo le caratteristiche del Super-Io: il Super-Io si costituisce a partire dalla presenza dell’autorità parentale, per via identificatoria con il padre; questa energia paterna contiene però due tipi di rappresentazioni: una libidica ed una anti-libidica, per cui si rende necessario differenziare le due energie psichiche per sostenere al medesimo tempo l’impianto energetico e quello rappresentazionale, come ha tentato di fare Ben Shapiro. Infatti nella teorizzazione di Ben Shapiro (2006), l’autore è costretto ad ipotizzare varie forme di energia differenziate a seconda dell’origine: un’energia del bambino, una del genitore, a sua volta positiva ed un’altra negativa, un’energia dell’adulto e così via. Ma, come insegna la fisica, la differenziazione delle varie energie è possibile solamente in base a relazioni matematiche.
W.Reich (1996) sposta la teoria che sottende la pratica terapeutica nettamente verso una teoria energetica: infatti nella prefazione alla terza edizione del 1948 dell’Analisi del carattere, (p. 8), afferma esplicitamente che la sua teoria energetica non ha più bisogno della teoria freudiana e che “la terapia procede bio-energeticamente e non psicologicamente”. In questo modo il modello energetico diventa autonomo dalla pratica psicologica, assumendo una epistemologia e prassi specifica. Affermando che l’energia esiste davvero all’interno del soggetto, che è un’energia che sottende sia la parte corporea che la parte psichica e che è la fonte dell’identità mente-corpo. Quest’energia deriverebbe dalla presenza di un’energia cosmica dell’universo. Anche questa impostazione teorica ha degli antecedenti nel pensiero di W.Ostwald (1853-1932), premio Nobel per la chimica nel 1909. Il “grande Ostwald” come veniva definito, era un apostolo dell’energia. L’energia per il suo sistema scientifico era il concetto centrale, scriveva infatti : «L’energia costituisce l’elemento essenziale di tutta la realtà; tutto è energia non c’è nulla oltre l’energia, la vita è la manifestazione costante di energia, in particolare dell’energia nervosa; tutti i fenomeni psicologici sono fenomeni energetici, l’energia permette di superare l’antinomia fra materia e spirito; il concetto di energia è il più grandioso di quelli emersi nell’ultimo secolo; l’energia è il principio cosmologico ed ontologico» (Assoun, 1988, pagina 193)
Lowen, partendo dall’elaborazione di Reich, costruisce una teoria che potremo definire un ritorno a Freud: il mondo psicologico del soggetto ha due aspetti: un aspetto corporeo determinato dai flussi energetici che a loro volta sono regolati dalle esperienze psicologiche avvenute durante lo sviluppo del soggetto, soprattutto nelle relazioni primarie, e un aspetto rappresentazionale e verbale, come si evince dalla citazione in esergo (Lowen, 2013). In questo ritorno a Freud si reintroduce l’ambiguità freudiana dell’origine della pulsione, da una parte biologico-energetica dall’altra rappresentazionale, portandosi appresso tutte le problematiche che abbiamo già discusso.
L’antinomia evidente fra i due approcci ha spinto vari autori a percorrere solo una alternativa: o una spiegazione quasi esclusivamente energetica (Reich e in gran parte Lowen) o una descrizione solamente rappresentazionale-simbolica, come in Lacan.
La necessità di sovrapporre alle rappresentazioni, al mondo simbolico e linguistico, il concetto di energia, ha spinto Lowen a costruire un sapere precostituito, simile ad una griglia che si sovrappone al soggetto per interpretare dall’esterno le caratteristiche corporeo-energetiche del soggetto stesso, correlando le fasi libidiche freudiane alle dinamiche delle energie dei vari settori del corpo. “Guardo il corpo e leggo il trauma” è il titolo di conferenze tenute in campo bioenergetico, che seguono alla lettera quanto sostiene Lowen a pag.85 di Bioenergetica: «il linguaggio del corpo, se l’osservatore lo sa leggere, non può ingannare», vale a dire: io, terapeuta bioenergetico, posseggo uno schema o un mio bagaglio di conoscenze specifiche, che mi permette di sovrapporre lo stato energetico corporeo con un’ermeneutica psichica. In questo modo l’analista dà la caccia al soggetto nell’intimità del suo gesto e della sua statica (postura), applicando il suo sapere e lo immette in un discorso pre-cedente e al posto del discorso del soggetto. Qui il pericolo è tale che con il suo (dell’analista) schema realizza un processo di oggettivazione, per lo più immaginaria, del gesto e della statica, in sé muti, in un rinnovato statuto di nuova alienazione che rischia di ripetere quella già avvenuta precedentemente. D’altra parte le emozioni si pongono in questa teoria in un campo extralinguistico e pre-simbolico, permettendo in questo modo di differenziare nettamente gli affetti dal campo cognitivo-simbolico, anche se gli studi attuali di neuroscienze e le scienze cognitive hanno reso puramente nominale la distinzione fra affettività e cognizione (Imbasciati, 2014, p.24). Gli affetti sono schemi cognitivi di base. Le emozioni sono eventi mentali che vengono esperite come modificazioni corporee. Le espressioni corporee somatiche sono effetti di eventi mentali. Il fatto che a livello popolare esse siano considerate eventi “fisici” e spiegati con meccanismi biologici, dipende soprattutto da un’ ignoranza delle ricerche degli ultimi anni. Ogni evento sessuale, ad esempio, il prototipo del somatico, necessita sempre di una elaborazione mentale. Quello che (ibidem, p.27) identifichiamo come soggettività degli affetti, viene materializzata nella sostanza biologica e identificata secondo un meccanismo prevalentemente neurologico. L’esperienza soggettiva di un’emozione, esperita nella consapevolezza di ognuno di noi in maniera differente da come esperiamo il pensiero cosciente razionale, viene considerata come segno distintivo, fondamentale, di un evento biologico, che colloca gli affetti in una sfera di indagine differente da quella del pensiero, al punto da essere dementalizzata rispetto al pensiero stesso.
Sembra dato per scontato che la differenza esperita dal soggetto sia la prova che è biologicamente fondata, dovuta a qualche cosa di materiale, a qualche sostanza o meccanismo neurologico biologico, che si sovrappone all’attività di pensiero. In questo quadro non si riesce a fare una distinzione che, un conto sono le esperienze soggettive, cioè di quanto come un soggetto riesce ad essere consapevole dei suoi processi mentali che avvengono in lui e un altro conto sono i processi neurali che li sostengono e le modalità del funzionamento della coscienza. Vale a dire, in altre parole, che per il fatto di farne esperienza non significa automaticamente che il soggetto è a conoscenza di cosa avviene e come avviene il processo all’interno di se stesso.
La separazione fra emozioni e concetti, diventa contrapposizione. L’affetto è contrapposto al pensiero in analogia a come il sentire comune spesso sente la passione che si oppone o travolge la valutazione, vale a dire il pensiero. Sappiamo che nell’arco evolutivo del pensiero è l’esperienza corporea nella prima infanzia la base su cui il soggetto costruisce i primi modelli di pensiero e dal corpo si originano le prime funzioni mentali: successivamente è il pensiero che genera il pensiero (Imbasciati, 2014).
La mia proposta di evoluzione del pensiero di Lowen consiste nel cercare di integrare il corpo con la mente, di togliere l’idea come molti sostengono che la bioenergetica è un grande corpo senza mente, ma assumendo la dissociazione mente corpo come paradigma:
Psicoterapia Psicoanalitica Corporea (PPC).
Psicoterapia in quanto si occupa della sofferenza psicologica dell’uomo, vale a dire delle malattie mentali, con un interesse centrale sempre rivolto verso l’obiettivo della cura a cui si dedica tutta l’elaborazione teorica: l’efficacia della terapia deve essere il faro della teorizzazione.
Psicoanalitica perché prende in esame gli aspetto simbolici come cornice di interpretazione delle strutture psichiche, mediante un metodo e modello scientifico contemporaneo, vale a dire il modello della fisica quantistica, avendo come punto di vertice l’interpretazione dell’inconscio associato al linguaggio del corpo, attraverso un percorso di conoscenza, secondo il millenario “conosci te stesso”.
Corporea in quanto nella stanza d’analisi si tiene conto e non si può fare a meno della presenza del corpo, in carne ed ossa, delle sue reazioni in tempo reale e delle sue caratteristiche di organismo vivente. In questa visione vi è sempre una imprescindibile presenza del corpo vivo, con la sua funzione umanizzante, in un percorso di psicoterapia.
Questo necessita di una apertura ad un ampliamento e ridefinizione dei concetti, proposti da Lowen, come ad esempio :
Cercando di collocarsi come terapeuti, nello iatus irrazionalis (inconscio) del rapporto mente corpo, (senza cercare scorciatoie univoche di un’identità mente corpo, dalle caratteristiche non scientifiche), posizione a volte molto scomoda, in cui si deve sopportare la frustrazione di trovarsi nell’oscuro rapporto mente-corpo, attorno a quel buco nero che caratterizza il passaggio dalla mente al corpo e dal corpo alla mente.
Per fare tutto questo è necessario ampliare il significato della parola “bio-energia” scrivendola sempre fra virgolette, in quanto può assumere significati specifici e non fisico-matematici. “Bio-Energia” come metafora: o è metafora o è misurabile (Bridgman, 1965), di cui alcuni possibili significati possono essere: spinta alla conoscenza, epistemofilia del mondo e di sé, spirito scientifico, curiosità-spinta al cambiamento, spinta alla relazione con l’altro, spirito critico, spinta alla realizzazione della propria umanità e quella dell’altro, e poi ancora “bio-energia” come informazione, come organizzazione e come struttura.
Queste sono alcune considerazioni di un lungo lavoro che, interroga la comunità di “bioenergetici”; di rivisitazione della “bioenergetica” alla luce di concetti moderni, più adatti e funzionali ad un approccio psicoterapeutico all’altezza delle modificazioni radicali sia sociologiche che delle menti e delle prassi che si stanno verificando in questi ultimi decenni nella società contemporanea.
Bibliografia
Assoun P.L. : Introduzione all’epistemologia freudiana. Theoria.Roma,1988
Bridgman P.W.: La natura della teoria fisica. La nuova Italia,Firenze, 1965.
Cassirer E.Sostanza e funzione.Ricerche sui problemi fondamentali della critica della conoscenza.
Downing G. Il corpo e la parola. Astrolabio Ubaldini, Roma,1995.
Freud S. Opere Complete (ed. digitale). Bollati Boringhieri,Torino, 2013.
Imbasciati A. . La sessualità e la teoria energetico-pulsionale. FrancoAngeli.Milano,2014
Lakatos I. La metodologia dei programmi di ricerca scientifica. Il Saggiatore,Milano,2001.
Lanza R, Berman B. Biocentrismo. L’universo, la coscienza. Il Saggiatore.Milano,2015
Lowen A. Bioenergetica. Feltrinelli.Milano,1975
Reich W. Analisi del carattere. Sugarco, Miano,1996.
Rispoli L. Esperienze di base e sviluppo del sé. L’evolutiva nella psicoterapia funzionale. Franco Angeli.Milano,2016
Shapiro B. I diavoli in noi .Energizzare la negatività può essere positivo. Grounding, Milano,2006
Zweig S. Franz Anton Mesmer.Castelvecchi,Roma, 2015.
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