IL PESCE NELL’ACQUARIO : IL SIMBOLICO

IL PESCE NELL’ACQUARIO :Il cervello nella vasca del simbolico.

 

L’uomo, o meglio l’essere umano, nasce, cresce e diventa appunto essere umano ,immergendosi e strutturandosi in un ambiente simbolico in tutti i suoi aspetti.

Dal simbolico emergono le visioni del mondo, le strutture   caratteriali, l’organizzazione della personalità, sia nevrotica che psicotica. A differenza di Lacan che pone i tre registri sullo stesso piano, penso che l’immaginario e il reale siano effetti del simbolico, e che questo registro sia antecedente e il fondamento di tutti gli altri.

Un filosofo contemporaneo che ha fondato la sua ricerca sull’importanza dell’ambito simbolico nello sviluppo dell’essere umano e della civiltà è Ernst Cassirer.

Per Cassirer  l’uomo è un animale simbolico. Una tematica fondamentale quando parliamo di essere umano, vale a dire il tema del simbolo: l’uomo è  ,e non può non esserlo, se è umano, un animale simbolico , perché non può esimersi dall ‘usare simboli. La realtà dell’uomo è una realtà costantemente  costituita sempre da simboli : l’uomo conosce il mondo attraverso delle forme fondamentali per la comprensione del mondo e queste forme sono le forme simboliche.

L’uomo plasma il mondo con la sua attività simbolica ed è con la stessa che crea e struttura il suo mondo di esperienza e la sua esperienza del mondo. Le forme simboliche strutturano il modo di vedere, le differenti visioni del mondo, esse creano i significati e organizzano l’esperienza.

L’uomo è “obbligato” dal suo funzionamento cerebrale a ricorrere alle forme simboliche.

Per questo come conseguenza, il nostro mondo, la nostra struttura psichica, sono sempre  mediati da simboli e non è mai un mondo diretto, ma simbolizzato, sia rispetto a se stesso che rispetto alla della cultura, alla società, alla  civiltà.

Tutti siamo immersi costantemente nei simboli ed è un’illusione quella di credere ad una percezione ed ad uno sguardo naturale e diretto della realtà che ci circonda, del tutto de – simbolizzato, cioè privo di una valenza simbolica. L’uomo non può sottrarsi alle condizioni di esistenza da lui stesso creato, egli è costretto, per la sua umanizzazione a conformarsi ad esse. Non  può vivere in un mondo soltanto fisico ma solo in mondo simbolico. Ancora, vive sempre in un universo simbolico,e così non si trova di fronte ad una realtà fisica data in modo naturale ,ma sempre mediata dall’attività simbolica mediata dalle modalità di funzionamento del suo cervello e dei suoi apparati percettivi. In queste modalità l’essere umano non ha a che fare con le cose così “come sono” ma  ha sempre a che fare con le proprie forme simboliche, con la mediazione culturale ed epocale tra sé e il mondo. Non vi è possibilità di un mondo esterno indipendente per il soggetto, rispetto a tale mediazione: vi è sempre una mediazione simbolica e culturale per tramite della quale l’uomo accede al mondo. L’uomo  è così tanto circondato da forme simboliche che non è in grado di conoscere nulla se non per il tramite di questa mediazione specifica. La conoscenza del mondo da parte dell’uomo è possibile solo attraverso ciò che ha creato per interagire con ciò che è altro da sé.

Quindi secondo questa visione, l’uomo non può vivere in un mondo di puri fatti “crudi” ,come dati esterni oggettivi come era nella  visione positivistica,(questo corroborato dalle neuroscienze) al contrario l’uomo in quanto “animal symbolicum” vive sempre fra emozioni suscitate dall’ immaginazione , tra paure, speranze, illusioni e disillusioni tra fantasie e sogni.