ASSETTO MENTALE DELLO PSICOTERAPEUTA
LA TRISTEZZA UNA EMOZIONE CHE PROTEGGE
Dott. Enzo Dal Ri – Psicoterapeuta-
Domanda: Un’ incapacità di concentrazione e un’ incapacità di affrontare i
problemi, sono questi i connotati della depressione ? Ma cos’è esattamente ladepressione e quando si può parlare di depressione.?
Risposta: Si parla di depressione quando c’è una caduta importante del tono
dell’umore e un rallentamento psico-motorio. Depressione è un termine che sta
ad indicare qualcosa di molto più forte e molto più pesante, della tristezza; un
qualcosa di molto patologico che può giungere fino ad un grave rallentamento
psico-motorio, vale a dire a quello che si definisce come “ stupor depressivo
“.Qui siamo in un ambito prettamente medico, clinico psichiatrico, di sindromi e
situazioni assolutamente patologiche. Ma la depressione ha vari aspetti, come
ad esempio il rapporto con la tristezza. Credo che nessuno sappia quando si
deve utilizzare il termine tristezza e quando si deve usare la parola depressione,
stabilito come limite la diagnosi di depressione come stato di malattia. Nei nostri
tempi moderni questo problema è attualissimo e occupa l’interesse di tutti, nel
quotidiano. Infatti siamo al punto che ciascuno si fa la diagnosi di depressione
per conto proprio. Basta un abbassamento del tono dell’umore, un malumore,
una insoddisfazione per un qualcosa che non riesce bene, che immediatamente
scatta l’auto definizione di depressione. Una situazione secondaria a difficoltà
normali della vita come una variazione del tono dell’umore che in molti casi è
normale e fisiologico.
Chiediamoci allora cosa sia l’opposto della tristezza-depressione. La
contentezza, la gioia, una iperattività o è quella grande parolona che sarebbe la
felicità.
Ma stranamente il problema può diventare allora la reazione opposta, vale a
dire l’euforia se non addirittura l’esaltazione, stati ancora più patologici prodotti
come reazione alla depressione.
Tante volte accade che se una persona non regge e non sopporta la depressione-tristezza e non riesce ad elaborare questo stato psichico depressivo come effetto
di un rapporto di vita con il mondo, in qualche modo elaborabile, può scivolare
in altre condizioni psichiche come quelle caratterizzate da una non- depressione
che diventano anaffettività, reazioni schizoidi-dissociative, che sono condizioni
molto più gravi della cosiddetta depressione. Questi ultimi stati potrebbero
portare paradossalmente ad una situazione in cui uno addirittura si sente bene.
Apparentemente tutto fila dritto, vi è un comportamento normale e regolare ma
completamente vuoto, fatuo e privo di qualsiasi rapporto vero basato sulla
affettività con le persone che lo circondano. Un comportamento socialmente
normale. La persona rispetta sempre gli orari di ufficio e i segnali stradali però
di fatto umanamente è una persona pericolosissima ,perché è staccata dalla
realtà e dalle relazioni: molto meglio il cosiddetto depresso che vive la sua reale
situazione.
La non depressione che cos’è ?
E’ una situazione di menefreghismo beato ? Euforia, esaltazione fino arrivare
agli stati maniacali ? Una persona che canta da mattina a sera , anche
aspettando l’autobus per un’ora che non arriva mai e lui continua a cantare, è
felice ? La felicità non si sa bene che cosa sia. La felicità potrebbe essere un
totale inganno.
E’ una parola generica, per indicare qualcosa che è estremamente soggettivo e
personale quindi non può essere trasferito ad altre persone.
E’ molto soggettivo : una persona è felice se vive in un certo modo, in una certa
situazione e per certe circostanze, un’altra persona per tutt’altre situazioni ed
intende per felicità qualche cosa che non corrisponde a quello che intende la
prima persona.
Vi è un difetto di pensiero quando definiamo ad esempio la dimensione
dell’abbassamento del tono dell’umore. Si parla come se si parlasse di un
abbassamento del livello dell’acqua o della temperatura come se si sapesse bene
qual è il livello normale del tono dell’umore : per cui essendo abbassato il tono
dell’umore allora è depresso. Ma abbassato rispetto a che cosa. Nessuno ha mai
saputo e sa quale deve essere la condizione normale del tono dell’umore. E così
è per la felicità : stati di benessere, oppure situazione di soddisfazione. La
felicità si può ottenere al mare, prendendo il sole, godendosi il calore del corpo
per l’abbronzatura, un bagno caldo, una doccia fredda d’estate, tutte queste sono
situazioni di felicità ? Forse prima di parlare di felicità si può iniziare a parlare
di uno stato di calma, di un tono dell’umore calmo e tranquillo. Momenti per i
quali, uno è riuscito a fare qualcosa, ha realizzato qualcosa per cui vi è uno stato
di soddisfazione. Anche in questo caso però, la situazione può essere molto
pericolosa, perché lo stato di soddisfazione. si può ottenere con una buona
mangiata, una buona dormita, oppure una persona può ottenere uno stato di
soddisfazione perché è riuscito a vendicarsi su qualcun altro. Forse invece la
felicità corrisponde ad una realizzazione di un rapporto d’amore, alla riuscita nel
fare una cosa bella. Dopo tale realizzazione non c’è probabilmente la felicità ma
uno stato d’animo diverso, di calma, di autostima che fa star bene.
Il paradosso dello star bene.
Domanda: Lo star male o uno stato di insoddisfazione potrebbe essere allora la
condizione necessaria per porsi nell’ottica di cercare qualcosa che faccia stare
meglio rispetto alla situazione iniziale .
Risposta : E’ necessario però distinguere fra lo star bene dal punto di vista fisico
o psichico. Nel fisico raggiungere un certo livello di star bene con il corpo
sembra abbastanza ben definibile. Invece da un punto di vista psichico questa
definizione di star bene diventa problematica. Perché lo star bene psichico
potrebbe essere una situazione apparente dello star bene. Le persone non
sono depresse ma sono schizoidi o anaffettive o con personalità psicopatiche
cioè situazioni psicologiche molto più gravi. Tante persone vanno a finire nella
anaffettività e nell’indifferenza più totale, perché non sopportano la
depressione. Non sopportare la depressione porta ad una situazione di non
depressione che è una malattia più grave della depressione stessa. Uno stato di
grave anaffettività porta a considerare l’altro come un oggetto e non come una
persona: potrebbe essere un indizio per quegli omicidi-suicidi familiari che le
cronache riportano, in persone apparentemente normali. Lo si vede poi come
fenomeno sociale, cosa significhi non sopportare la depressione. Si assiste al
fenomeno delle droghe e dell’abuso di psicofarmaci. Basta uno stato di
malumore che le persone non sopportano, una contrarietà o un malessere
qualsiasi che corrono immediatamente a prendere la pillola della felicità. La
depressione – tristezza secondaria alla insoddisfazione di progetti non realizzati
dovrebbe invece essere affrontata con una ricerca, un lavoro interiore, nel
rapporto inter umano, nel cercare di darsi un perché ,una spiegazione invece di
ricorrere immediatamente ai farmaci ed alle droghe. Si vuole subito la felicità
che si traduce in uno stato di intossicazione maniacale, allontanando prima
possibile la tristezza. Mentre una ricerca fatta con altri esseri umani, con
persone più o meno intime o gruppi di amici, non darà sicuramente un’ euforia
ma potrà cambiare stili di vita dove lo star bene potrebbe essere molto più
duraturo che non nelle altre situazioni.
Domanda: Il termine depressione viene usato parecchio anche fra i giovani,
tanto che da certe indagini fatte sugli adolescenti dai 15 ai 25 anni ,sembra che
gli adolescenti sino depressi e insoddisfatti.
Risposta : Il disagio giovanile c’è sempre stato fin dai tempi dell’impero romano
.C’erano i chierici vaganti nel Medioevo e nel Rinascimento, il disagio della
gioventù riempie tutto il romanticismo ,con i dolori del giovane Werther di
Goethe, Jacopo Ortis del Foscolo , lo Sturm und Drang. Il disagio
dell’adolescente è assolutamente fisiologico perché la persona, che da 12 ,13, 14
anni deve passare all’età adulta ,attraversando molti stati conflittuali e una
modificazione fisica importante, non può rimanere indifferente.
Nei tempi attuali si dice che i giovani hanno difficoltà per cui sarebbero depressi.
Cercare la propria realizzazione, la propria identità, è una cosa obiettivamente
difficile. Obiettivamente difficile perché la cultura fra l’altro non aiuta. Perché
la cultura dice prenditi l’ecstasy ,prenditi l’anti depressivo, il Valium,ecc.
Mentre nel fare una ricerca, nel porsi delle domande sulle problematiche della
vita, sulle cose che succedono nel mondo che non è un paradiso terrestre, è
normale che ci sia una situazione di cosiddetta depressione con cui però è
necessario saperci fare.
LE CONSEGUENZE DI UN CAMBIO DI PARADIGMA:LA CRISI DELLE CERTEZZE
GLI EFFETTI DELLA SCIENZA CONTEMPORANEA SUL ESSERE PSICOTERAPEUTA
Sede Legale
Enzo Dal Ri
via Bolghera, 63
38122 – Trento
ORARI
Solo su appuntamento
Lunedi/Venerdì
P.I. 01329530222
C.F. DLRNZE51T01L060J
Privacy GDPR >